Se l’aborto è un diritto costituzionale
di Alice Pacchiotti IV Liceo
La scritta My body, my choice – Mon corps, mon choix comparsa il 4 Marzo sulla Tour Eiffel illuminata a festa, consegna alla nostra storia la decisione del Parlamento francese: trasformare l’aborto in un diritto espressamente garantito dal testo più importante dello Stato, la Costituzione.
Un voto storico, risultato di un lungo processo parlamentare e dell’impegno che la Francia ha sempre mostrato per questo diritto, ma soprattutto una lezione di libertà che segna un fil rouge: ora l’aborto è un diritto costituzionale.
E così la Francia è diventata il primo Paese al mondo a inserire nella Costituzione la libertà della donna di ricorrere all'aborto.
Ma perché intervenire proprio ora? Forse perché questo diritto oggi è in discussione in molte parti del mondo: in quei Paesi in cui è ancora vietato (una ventina quelli che non lo consentono in nessun caso; una quarantina quelli dove è autorizzato solo in caso di pericolo di morte della donna); in Paesi come la Cina, dove si ritorna a parlare di aborto selettivo; fino agli Stati Uniti, dove la Corte Suprema nel 2022 ha stabilito che la Costituzione non garantisce il diritto all’aborto, ma delega ai singoli Stati l’incarico di legiferare in merito.
A questa lista si aggiunge l’Italia, dove l’aborto è certamente tutelato dalla L. 194/78, ma di fatto oggi resta un diritto di difficile applicazione, perché i consultori ricevono sempre meno fondi, i medici obiettori di coscienza sono numerosi e pochissime sono le strutture a cui rivolgersi.
Una riforma come quella francese sarebbe necessaria anche in Italia, per impedire che i governi possano limitare il diritto delle donne di decidere del proprio corpo e della propria vita. Perché la soluzione non è criminalizzare l’aborto, come spesso si sente parlare, ma creare le condizioni per far sì che tutte le donne possano decidere liberamente e consapevolmente in modo che nessuna possa sentirsi sola e abbandonata dallo Stato.
«Io mi auguro che ognuno di noi non dimentichi che l’aborto non è un gioco politico. Che a restare incinte siamo noi donne, che a partorire siamo noi donne, che a morire partorendo o abortendo siamo noi. E che la scelta tocca dunque a noi. A noi donne. E dobbiamo essere noi donne a prenderla, di volta in volta, di caso in caso, che a voi piaccia o meno». Era il 1976 quando la scrittrice e giornalista Oriana Fallaci ha pronunciato queste parole e oggi sono più che mai attuali.
Speriamo che la Francia abbia aperto la strada e quella Tour Eiffel illuminata segni un new deal per tutte le donne.
fonte immagine: Ildiariodellavoro.it
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