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Se l'aborto è un diritto costituzionale

Immagine del redattore: leonardodavinciparleonardodavincipar

Aggiornamento: 19 gen

Se l’aborto è un diritto costituzionale


di Alice Pacchiotti IV Liceo




Una foto della torre Eiffel con il tag MyBodyMyChoice
Una foto della torre Eiffel con il tag MyBodyMyChoice



La scritta My body, my choice – Mon corps, mon choix comparsa il 4 Marzo sulla Tour Eiffel illuminata a festa, consegna alla nostra storia la decisione del Parlamento francese: trasformare l’aborto in un diritto espressamente garantito dal testo più importante dello Stato, la Costituzione.

Un voto storico, risultato di un lungo processo parlamentare e dell’impegno che la Francia ha sempre mostrato per questo diritto, ma soprattutto una lezione di libertà che segna un fil rouge: ora l’aborto è un diritto costituzionale.

E così la Francia è diventata il primo Paese al mondo a inserire nella Costituzione la libertà della donna di ricorrere all'aborto.

Ma perché intervenire proprio ora? Forse perché questo diritto oggi è in discussione in molte parti del mondo: in quei Paesi in cui è ancora vietato (una ventina quelli che non lo consentono in nessun caso; una quarantina quelli dove è autorizzato solo in caso di pericolo di morte della donna); in Paesi come la Cina, dove si ritorna a parlare di aborto selettivo; fino agli Stati Uniti, dove la Corte Suprema nel 2022 ha stabilito che la Costituzione non garantisce il diritto all’aborto, ma delega ai singoli Stati l’incarico di legiferare in merito.

A questa lista si aggiunge l’Italia, dove l’aborto è certamente tutelato dalla L. 194/78, ma di fatto oggi resta un diritto di difficile applicazione, perché i consultori ricevono sempre meno fondi, i medici obiettori di coscienza sono numerosi e pochissime sono le strutture a cui rivolgersi.

Una riforma come quella francese sarebbe necessaria anche in Italia, per impedire che i governi possano limitare il diritto delle donne di decidere del proprio corpo e della propria vita. Perché la soluzione non è criminalizzare l’aborto, come spesso si sente parlare, ma creare le condizioni per far sì che tutte le donne possano decidere liberamente e consapevolmente in modo che nessuna possa sentirsi sola e abbandonata dallo Stato.

«Io mi auguro che ognuno di noi non dimentichi che l’aborto non è un gioco politico. Che a restare incinte siamo noi donne, che a partorire siamo noi donne, che a morire partorendo o abortendo siamo noi. E che la scelta tocca dunque a noi. A noi donne. E dobbiamo essere noi donne a prenderla, di volta in volta, di caso in caso, che a voi piaccia o meno». Era il 1976 quando la scrittrice e giornalista Oriana Fallaci ha pronunciato queste parole e oggi sono più che mai attuali.

Speriamo che la Francia abbia aperto la strada e quella Tour Eiffel illuminata segni un new deal per tutte le donne.


fonte immagine: Ildiariodellavoro.it


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