Ipse dixit è morto
- Matheus Cappelli IV Liceo
- 27 apr
- Tempo di lettura: 2 min
Ipse Dixit Non Vale Più
Matheus Cappelli IV-Liceo
Manifesto per l’Apprendimento Reale
Non siamo vasi da riempire. Siamo fuochi da accendere.
Questo non lo diciamo noi: lo diceva Quintiliano e lo ha gridato Freire secoli dopo. Eppure, nelle aule scolastiche di oggi, ci si comporta ancora come se lo studente fosse una pagina bianca su cui scrivere, e non una mente viva con la quale costruire.
Ipse dixit è morto. "Lo ha detto lui, quindi è vero" è il veleno dell'apprendimento. Non accettiamo più autorità senza giustificazione, teoria senza dimostrazione, metodo senza senso.
Viviamo ancora in troppe Coketown: la città che Dickens ha immaginato per denunciare l’industria che schiaccia l’immaginazione, dove Mr. Gradgrind misura tutto ma non capisce nulla. Ma noi non siamo numeri. Non siamo ingranaggi. E non saremo fabbricati in serie.
Siamo studiosi, non spettatori.
Lo studio non è obbedienza. È alleanza. Quintiliano ce lo ha detto più di duemila anni fa: il rapporto tra docente e discente è una collaborazione. La conoscenza cresce quando la domanda e la risposta camminano insieme, non quando uno impone e l'altro subisce.
Scriviamo appunti, ma non per ripetere: per ragionare. Leggiamo libri, ma non per memorizzare: per dialogare. Ascoltiamo lezioni, ma non per accettare: per analizzare.
Lo studio è una rivoluzione lenta e silenziosa.
È una rivolta della mente contro la passività. È il coraggio di porre domande, di sfidare l'evidente, di cercare l'origine delle cose. È la consapevolezza che non si studia per voti, ma per comprendere.
Crediamo che:
La conoscenza sia costruita, non trasmessa.
L'intelligenza si affila nell'errore e si fortifica nel dubbio.
Il pensiero critico è il solo vero obiettivo dell’educazione.
Le formule sono strumenti, non confini.
La tradizione sia punto di partenza, non una catena.
Quello che proponiamo non è distruzione, ma rinascita.
Non gettiamo via la scuola. La riforgiamo. Vogliamo un'educazione che formi pensatori, non replicatori. Che premi chi collega, non solo chi ricorda. Che stimoli a creare, non solo a confermare.
Siamo qui per imparare, ma a modo nostro: con mente sveglia, occhi aperti e mani sporche d’inchiostro.
A chi ha dubitato, a chi si è sentito fuori posto, a chi ha cercato un senso: non sei solo. Questo manifesto è per te.
E ora, andiamo a costruire.
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