La fabbrica dei campioni dello sport
UNA ENORME PALESTRA UMANA DI IMPEGNO E RELAZIONE
di Alice Pacchiotti
A pochi mesi dai Giochi Olimpici di Parigi 2024, cosa c’è di meglio che visitare l’Institut National Du Sport, De L'expertise Et De La Performance, conosciuto come INSEP?
La fabbrica dei campioni dello sport francese è situata nel Bois de Vincennes di Parigi, all’interno del XII Arrondissement, e con i suoi ventotto ettari rappresenta un vero e proprio villaggio dove, sotto la guida di professionisti altamente qualificati, gli sportivi praticano fino a 28 discipline diverse, dal pugilato al tiro con l'arco, dal badminton alla pallacanestro, dall’atletica allo sport acquatico, dal judo alla scherma, seguendo un programma che combina lezioni e allenamenti.
L'INSEP appare come un paese a sé stante tanto è isolato da Parigi: qui il trambusto della città è solo un ricordo. All'interno di ogni struttura, dall'emblematico palazzetto dell'atletica al complesso acquatico con le sue piscine, i manifesti con il logo di Paris 2024 ci ricordano, se ce ne fosse bisogno, l'imminente scadenza.
L’INSEP è oggi un'istituzione di eccellenza osservata in tutto il mondo, presa a modello per l’organizzazione, la formazione professionale e la ricerca scientifica.
Il suo scopo? Creare e supportare campioni in ogni disciplina sportiva, permettendo loro di studiare in loco e al tempo stesso allenarsi e ricevere ogni sostegno medico e fisioterapeutico.
L'avventura dell’INSEP inizia nella metà dell’Ottocento: era il 15 luglio 1852 quando fu fondata l'École Normale de Gymnastique di Joinville-le-Pont. All'epoca la scuola accoglieva solo ragazzi che «venivano preparati per la guerra», racconta la guida e atleta di canottaggio Clara Valinducq.
Centosettant’anni dopo, la vocazione dell'INSEP è totalmente cambiata.
Il vero punto di svolta risale negli anni Sessanta. Il generale de Gaulle voleva dare nuova vita allo sport, dopo la debacle francese ai Giochi Olimpici di Roma del 1960 ed era anche consapevole dell'importanza dello sport a livello sociale e come fattore di riconoscimento internazionale. Così decise di investire nella costruzione di ciò che sarà l’INSEP: attraverso l’installazione di nuove strutture e l’aggiunta di una dimensione educativa, l’istituzione si è evoluta e nel 1975 è diventata l'Istituto Nazionale di Sport e Educazione Fisica (INSEP).
De Gaulle non immaginava che sessant’anni dopo la tecnologia avrebbe aiutato a migliorare lo sport e la vita degli sportivi.
La nuovissima pista Marie-José Pérec, inaugurata lo scorso marzo, ad esempio, è un gioiello tecnologico con sensori, LED e altre innovazioni. Il sofisticato laboratorio di ricerca, inoltre, ospita una sala thermo training che permette agli atleti di allenarsi in qualsiasi condizione climatica, con il tasso di umidità del Brasile, ad esempio, oppure con l'altitudine di Font-Romeu, per prepararsi al meglio per le competizioni all'estero.
Tra i corridoi e le aree di allenamento dell’INSEP hanno camminato campioni che hanno poi brillato su palcoscenici internazionali. Atleti del calibro di Tony Parker, noto per la sua carriera negli NBA, e la campionessa olimpica di atletica leggera Marie-José Pérec, si sono formati proprio tra queste mura.
Regole da rispettare e da condividere, imparando a ragionare per obiettivi comuni; figure autorevoli da riconoscere e a cui affidarsi, come arbitri, allenatrici e istruttori; emozioni forti da gestire; e, non ultimo, lo sviluppo di una disciplina costante. Tutto questo, prima ancora dell’agonismo ai massimi livelli, è lo sport praticato all’INSEP: una enorme palestra umana, di impegno e relazione.
È straordinaria la metafora della vita che lo sport trasmette, meravigliosa l’epica che c’è dietro, la fatica, il piacere della vittoria che ripaga degli sforzi fatti, la determinazione, la sintonia di squadra, la vittoria e la sconfitta, la delusione dell’impresa mancata, quella vertigine che inebria quando si intravede la fine, l’acqua della doccia che scorre insieme alle lacrime, la mente che gira a vuoto tornando al prima e al dopo, e pensa a tutti gli errori che si potevano evitare, veri o immaginari, che battono nella mente come chiodi.
Sono sensazioni che nei corridoi e nelle aree di allenamento dell’INSEP si respirano a pieno.
Quanto abbiamo bisogno oggi di emozioni così; quanto c’è necessità per noi giovani di guide che sappiano mostrarci l’immensità del cielo in un momento in cui si continua solo a vedere i difetti del dito che punta la Luna, perdendo di vista non solo la Luna, ma la grandezza dell’intero universo.
Fonti della ricerca: insep.fr
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