di Juliette Marchese - II media
Era il primo giorno di scuola, non mi piaceva: i numeri si muovevano da una parte all'altra e sembravano geroglifici, trovavo le lettere poco creative. Ma quello non era un qualsiasi primo giorno di scuola, era il primo giorno alle medie ed ero particolarmente eccitata.
Appena arrivai davanti l'ingresso iniziai subito ad immaginare un sacco di cose, quindi chiusi gli occhi e appena li riaprii rimasi scioccata: tutto quello che avevo immaginato era diventato realtà. Purtroppo, però, suonò la campanella. Entrai in classe e finalmente i numeri sembravano più interessanti, era tutto più interessante.
Per fortuna mi trovavo accanto alla finestra. Magicamente, la solita città piena di palazzi, condomini ed edifici era diventata un paesino con un lago lucente su cui si rifletteva il sole splendente e dove svolazzavano alcune farfalle dai colori inesistenti. A un certo punto provai una sensazione diversa, come se qualcuno mi stesse spingendo, ma dietro di me non c'era nessuno. Quella sensazione aumentava sempre di più, chiusi gli occhi e appena li riaprii mi trovavo nel mio letto.
Quello era il vero primo giorno di scuola, e dopo quel sogno mi sentivo più pronta per affrontare il primo giorno di medie.
Cara Juliette, ti capiterà spesso di affrontare dei "primi giorni". Ritroverai sempre quella spinta da dietro che ti capulterà in quella cosa nuova, attesa o inattesa.
Tutti noi abbiamo bisogna di questa spinta, è necessaria. Ci aiuta ad avere meno paura.
Un abbraccio.
Sara