di Alice Pacchiotti - IV liceo
«A Natale sono tutti più buoni. È il prima e il dopo che mi preoccupa», scriveva anni fa Charles Monroe Schulz, il padre di Snoopy.
In effetti è prima, nei giorni che precedono il Natale che diamo il peggio di noi, quando le strade trafficate, le file interminabili alle casse, l’effetto serra dei grandi magazzini in barba al cambiamento climatico, ci esasperano e ci fanno rimpiangere gli anni della nostra infanzia quando era Babbo Natale ad occuparsi dei regali, lasciando a noi bambini l’emozione dell’attesa.
La situazione non cambia di molto se pensiamo al dopo, quando ormai assuefatti all’atmosfera natalizia e ai picchi iperglicemici dobbiamo riprendere con fatica il solito tran-tran quotidiano, con qualche chilo in più e almeno un paio di regali da cambiare.
Natale a Parigi – Place Vendôme
È proprio così: il Natale o lo si odia o lo si ama. C’è chi detesta il Natale e chi vivrebbe con l’albero addobbato tutto l’anno, perché è come vivere in un tempo sospeso dove tutto è lecito: le trasgressioni caloriche, le ore di ozio a sonnecchiare sul divano; nessuna regola, nessun divieto e profusione di bontà a volontà, «a Natale puoi fare quello che non puoi fare mai» recita, infatti, la celebre pubblicità della marca Bauli.
In fondo, a pensarci bene, la magia del Natale è ormai diventata proprio questa nella nostra società moderna: farci volere bene al mondo in modo indistinto, persino ai vicini mai conosciuti o ai parenti che non vediamo mai. Esattamente ciò che non tollera chi invece odia il Natale, gli allergici alle riunioni di famiglia.
Questo articolo lo dedico anche a loro, perché vorrei che il Natale fosse bello per tutti, per chi lo aspetta e per chi non vorrebbe festeggiarlo mai.
Come fare?
Trascorriamo il giorno di Natale semplicemente come, dove e con chi desideriamo; l’importante è essere felici senza costrizioni, perché non esiste solitudine peggiore di quella che si vive in mezzo agli altri con l’obbligo di gioire solamente per educazione.
Ma una cosa è importante: essere grati. Sia che ci troviamo in una affollata tavolata di amici e parenti o soli davanti a un camino con il fuoco che scricchiola, assaporiamo la bellezza del momento. Sforziamoci di avere coscienza: mentre noi siamo lì, a festeggiare, ci sono persone sotto lo stesso cielo che devono sfangare la giornata, mettersi in fila per il pane, trovare un angolo dove passare la notte, aspettare il mattino per il responso di un esame, evitare le bombe. In una parola: sopravvivere.
«Il Natale è fare qualcosa in più per qualcuno» scriveva sempre Charles Monroe Schulz.
Troviamo quel «qualcuno» e, soprattutto, facciamolo perché «a Natale si può dare di più, si può amare di più, si può fare di più».
Buon Natale a tutti!
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